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Il basket per i diritti umani nel campo profughi di Shatila

Palla nel canestro

Il basket come sport per garantire i diritti umani nel campo profughi di Shatila, in Libano. L’iniziativa.

Nel campo profughi di Shatila, in Libano, è partito un’interessante progetto del Servizio Civile Internazionale – Italia che permette alle persone d vivere lo sport, in particolare il basket, come strumento per garantire e rispettare i diritti umani: in tale contesto, hanno particolare importanza, dunque, anche gli scambi linguistici, l’arte e l’emancipazione. Una bella iniziativa, raccontata dalla volontaria Clara Punzi a B-Hop Magazine.

Il basket per i diritti umani nel campo profughi di Shatila in Libano

Lo sport può unire i popoli e far superare le barriere linguistiche e culturali, sociali ed economiche che possono distanziarli.

Tale realtà, d’altronde, è visibile all’interno del campo profughi di Shatila, in Libano, dove il basket è diventata l’attività sportiva che ha, in un certo qual modo, un’importante peso politico, in quanto si intreccia, inevitabilmente, con i diritti umani.

Campo con palla da basket
Campo con palla da basket

A raccontare questo interessante iniziativa e Clara Punzi, una giovane volontaria intervistata da B-Hop Magazine, la quale ha partecipato per alcuni mesi ad un campo di volontariato nel campo profughi di Shatila a Beirut. Il progetto si chiama Basket Beates Board, al quale collabora il Servizio Civile Internazionale da diversi anni.

Il progetto Basket Beates Board

L’idea alla base di questo progetto è che lo sport possa essere un strumento molto importante per raggiungere l’emancipazione personale, ma anche per portare avanti uno stile di vita positivo e sano, nonché per intraprendere un percorso di educazione.

Come Punzi ha sottolineato, “Tra le tante esperienze e lezioni riportate da Shatila, una mi colpisce particolarmente: la consapevolezza che anni di conflitto prima non le persone non solo delle risorse materiali, ma soprattutto dei loro diritti fondamentali e della dignità”.

Pertanto, il campo diventa un “luogo dove la speranza esiste“, nel quale anche gli atti di resistenza più ridimensionati, possono assumere “un peso politico profondo“.

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ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2025 14:53

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